Grotte di Pietrasecca e Grotta dell’Ovito
Le Grotte di Pietrasecca, nei Monti Carseolani, sono un piccolo gioiello della natura che non si può mancare di vistare, tanto sono belle, emozionanti e facilmente percorribili. Più precisamente si tratta di due grotte distinte, comunicanti tra loro, la cui origine, datata a più di 800.000 anni fa, è stata causa dall’azione corrosiva delle acque di ruscellamento dei monti e di quella del fiume Ovito, che attualmente scorre all’interno di una delle due grotte, la Grotta dell’Ovito, dove effettueremo il nostro percorso di torrentismo. L’intero percorso, molto più vicino alla speleologia che al canyoning, vi farà scoprire un mondo buio e affascinante che illumineremo con le nostre lampade frontali. Nonostante la grotta sia infatti aperta al pubblico, non è stata volutamente attrezzata dall’Ente gestore con camminamenti e luci fisse, e questo la rende ancora più suggestiva. L’altra grotta è la Grotta del Cervo, chiamata così perché vi sono trovate numerose ossa della specie Nobile di questo cervide.
Torrentismo-speleo sul confine tra Lazio e Abruzzo
I Monti Carseolani, che prendono il nome dall’antico abitato di Carseoli, o Carsioli, sono una piccola catena montuosa che si snoda in grandissima parte nel territorio della Provincia di Rieti e in minima parte in quello della Provincia di Aquila.
Pietrasecca, frazione dell’odierna Carsoli (AQ), si raggiunge da Roma percorrendo 65 km della A24. In pratica una volta imboccata l’autostrada è possibile raggiungere le sue Grotte di Pietrasecca in un’oretta circa, e il bello è che sono visitabili durante tutto l’anno, e quindi è possibile andarci evitando il traffico autostradale dei mesi primaverili e di inizio estate.
La Grotta dell’Ovito di Pietrasecca: caratteristiche generali
Parcheggiate le auto, e indossate le mute, c’è da percorrere un brevissimo sentiero di avvicinamento che conduce all’ingresso della grotta, dall’aspetto abbastanza selvaggio, quasi primordiale, oltre il quale ci troveremo di fronte un ambiente caratterizzato dalla presenza di piccole vasche di acqua, brevi rapide, piccole cascate e da alcuni ambienti con stalattiti e stalagmiti. Tutto molto bello, tutto molto facile.
Difficoltà del percorso: facile
Tutto il percorso è sostanzialmente facile e può essere affrontato da chiunque, purché sia in grado di sostenere una camminata di qualche ora in un ambiente che non è ovviamente paragonabile ad un comodo sentiero da trekking e non soffra inoltre di claustrofobia, per quanto, i vari ambienti della grotta sono in genere da molto ampi ad enormi.
La progressione in grotta non supera in genere le 3 ore, ma molto dipende dalle persone che ogni volta vanno a formare il gruppo dei partecipanti, ognuna delle quali potrebbe avere predisposizioni diverse nell’affrontarlo.
Da precisare che tra le possibili cause di rallentamento c’è anche l’eventuale presenza di altri gruppi di torrentisti, che potrebbero procedere più lentamente rispetto ai tempi medi di percorrenza.
Noi di Madmad Canyoning proponiamo questa forra durante tutto l’anno, ed organizziamo le uscite formando gruppi di persone con un’età compresa tra i 13 e i 65 anni.
GROTTA DELL’OVITO DI PIETRASECCA: SCHEDA TECNICA
- Avvicinamento: 10 minuti
- Progressione grotta: 3 h
- Ritorno alla macchina: 10 minuti
- Tempo totale: 3 h e 30 minuti
- Altitudine in entrata: 800 metri s.l.m.
- Altitudine in uscita: 800 metri s.l.m.
- Dislivello: 40 metri
- Lunghezza percorso: 2,500 km (andata e ritorno)
- Difficoltà: 1
- Numero calate con corda: 2
- Altezza massima calata: 12 metri
- Cascate d’acqua: sì
- Cascata più alta: 4 metri
- Corridoi allagati: sì
- Possibilità di tuffi: no
- Toboga: no
- Necessario saper nuotare: no
- Necessario esperienze precedenti: no
- Praticabile da: tutto l’anno
- Nostre uscite: durante tutto l’anno
- Lo consigliamo a: tutti, a partire dai 13 anni
QUANTITÀ DI ACQUA NELLA GROTTA
Riguardo alla quantità di acqua presente nella grotta, precisiamo che questa può variare in base alla portata stagionale del fiume Ovito e alle eventuali precipitazione di pioggia verificatesi nei giorni precedenti all’escursione in programma.
Nel caso di aumenti eccessivi, che possono alterare il livello di difficoltà indicato nella scheda tecnica, ci riserviamo il diritto, a tutela della vostra e nostra sicurezza, di rimandare l’uscita in una data diversa da quella concordata.
Le ore necessarie per effettuare la visita alla Grotta dell’Ovito lasciano sufficiente tempo libero al resto della giornata, che può essere occupata andando a visitare il borgo di Pietrasecca, raggiungibile con la macchina in pochi minuti.
Pietrasecca
Chi arriva a Pietrasecca da Roma, percorrendo l’autostrada, senza aver mai visto prima questo paesino di neanche 300 abitanti, avrà l’immagine di un borgo che quasi si confonde con le pareti dello sperone di roccia sul quale sono costruite una parte delle sue case. Il paese, di fatto piccolo, si sviluppa poco in altezza, ma soprattutto in lunghezza, e quindi, tra le falesie dello sperone che sono anche queste più lunghe e che alte, e le abitazioni che una appiccicata all’altra si allungano in senso opposto tenendo un profilo basso, fino quasi a confondersi piano piano con gli alberi, quello che appare davanti agli occhi venendo appunto da Roma è una sorta di sommergibile fatto di roccia e mattoni che emerge dal bosco circostante.

Pietrasecca vista dall’autostrada A24, venendo da Roma.
Sommergibili a parte, sicuramente soggettivi, chi non ha mai saputo dell’esistenza di questo paesino, o chi l’ha sempre osservato in maniera distratta percorrendo il tratto autostradale che gli passa accanto, deve sapere questo borgo ha una sua certa notorietà, per tre differenti motivi. Il primo sono le Grotte di Pietrasecca, in quanto si trovano in una delle zone carsiche più importanti del Centro Italia. Il secondo è la Riserva naturale speciale delle Grotte di Pietrasecca, un’area protetta di 110 ha, e primo esempio in Italia di Riserva speciale, istituita nel 1992 appositamente per tutelare i fenomeni carsici presenti nell’area. Il terzo e ultimo motivo sono le pareti dello sperone di roccia sul quale è sorto il paese, diventate abbastanza famose con lo sviluppo dell’arrampicata sportiva, in quanto qui vengono ad arrampicare molti climber delle provincie di Roma, Rieti e dell’Aquila, ma non solo.
E poi c’è il borgo, le cui origini risalgono ad un generico Alto Medioevo, senza poter essere storicamente più precisi. Di sicuro la zona fu abitati dagli Equi, per passare poi sotto il controllo dei Romani. Il più volte citato sperone di roccia era infatti considerato un punto strategico ben difendibile, dal quale controllare l’intera area. L’attuale borgo è gradevole e godibile, e una passeggiata tra le sue vie può contribuire a concludere ancora meglio la giornata, visto che, per quanto piccolo, nel paese ci sono comunque diversi ristoranti.